La profondità di campo si può definire come la parte dell’immagine che è a fuoco e nitida. Una foto con una profondità di campo ridotta avrà una zona nitida ristretta, mentre una foto con una profondità di campo ampia avrà una zona di nitidezza grande. La profondità di campo è influenzata da tre fattori, apertura del diaframma, lunghezza Focale, distanza focale.
Nel dettaglio:
Il primo parametro ad influenzare la profondità di campo è l’apertura del diaframma, infatti aprendo il diaframma (es. f/2,8) la profondità di campo è ridotta, mentre chiudendo il diaframma (es. f/16) la profondità di campo è maggiore. Infatti il diaframma regola la quantità di luce, più è aperto e più entra luce, e viceversa. In condizioni di luce estreme (poca o tanta luce), a parità di ISO, bisogna agire sui tempi di esposizione per avere la giusta esposizione e profondità di campo voluta. Ad esempio per avere un profondità di campo ampia con f/8, e scarsa luce, bisogna avere dei tempi intorno ai 2 secondi. Mentre per avere poca profondità di campo con apertura di diaframma f/2,8, con tanta luce, bisogna scattare con dei tempi velocissimi (1/2000 o 1/4000).
Il secondo parametro a influenzare la profondità di campo è la lunghezza focale. Infatti, a parità di apertura, un’ obiettivo con focale corta (es. 28mm) avrà una profondità di campo maggiore. Mentre un teleobiettivo (es. 200mm) avrà una profondità di campo minore, in quanto schiaccia i piani per effetto dell’ingrandimento.
Il terzo parametro è la distanza focale, ovvero la distanza del soggetto dall’obiettivo. Più il soggetto è vicino più la profondità e minore, viceversa più il soggetto è lontano più la profondità di campo è maggiore, fino al punto di rendere il dietro del soggetto completamente a fuoco (infinito) da una distanza che dipende dalla focale dell’obiettivo.